Pagina:Cuoco - Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, Laterza, 1913.djvu/319

Da Wikisource.

rapporto al cittadino carnot 309

raminghi di regione in regione, di lido in lido, fuggendo l’ira de’ re, degli aristocrati e de’ preti.

L’esistenza del ricco è tuttora esposta alle insidie della calunnia; il talento, la virtú, la probitá, sotto il colorito del giacobinismo, vengono pugnalate dal tribunale dell’Inquisizione, che si sforza di far retrocedere il secolo della filosofia e della libertá verso i tempi barbari ed omicidi de’ tre Giovanni, di Sisto quarto, Alessandro sesto, e di dare all’Europa risvegliata i ferri e ’l sopore dell’Asia.

I privilegi municipali, le prerogative, le quali da epoca remotissima la proprietá e la libertá civile del napoletano garantivano, sono state calpestate. La nobiltá, che aveva avuto l’eroismo di sacrificare il privato interesse al grand ’utile della patria, è del tutto perita; e per una metamorfosi politica si veggono i briganti, gli assassini, gli spioni, decorati delle insegne senatorie e patrizie, spiegare fasto e terrore.

L’amministrazione arbitraria, che strascina la piú dura delle servitú, è accompagnata da uno spoglio senza esempio, giacché il campo delle confiscazioni è interminabile, l’espiazione de’ pretesi delitti è la multa, il numerario viene esaurito, e tutto si versa nell’erario del dispotismo.

Da tutto ciò ne risulta che quella regione, su cui la natura avea profusi tutt’i suoi tesori, non presenta oggi che la faccia squallida della miseria, il pallore della fame. Ne risulta che la Campania e la Puglia, bagnate da’ sudori dell’agricoltore, non producono altro se non bronchi e spine, con cui la tirannia trafigge le carni degli abitanti, che riduce a scheletri. Ne risulta che non è un partito il quale si vuol combattere, ma è tutta la nazione, a cui si vuol fare una guerra di esterminio. Tali sono le mire della moderna Teodora.

E Giove? E Giove sí la guarda, e stassi
placido ancor su’ gran misfatti inulti,
e bada poi a incrudelir sui sassi!

Perché l’ignoranza assicuri il trionfo del dispotismo, le pubbliche cattedre son interdette, i collegi chiusi, gli studi privati