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124 Cuore infermo

— Perchè farete questo, duca?

— Perchè ho l’idea che voi siate il mio destino, signora, e quindi vi tengo dietro.

— Ecco un’idea poco nuova, duca.

— Sarà così; ma io l’ho e non so staccarmene.

— Come accogliete voi il vostro destino, duca? Lo accettate di buon grado, lo subìte, o volete ribellarvici?

— Nulla di questo. Io mi abbandono ad esso con trasporto.

— Una frase?

— No.

Lalla posò il suo ventaglio e prese un album di paesaggi che cominciò a sfogliare.

— Comprendete voi qualche cosa, contessa?

— In che?

— Nella nostra relazione.

— Forse.

— Me lo direte allora. Per me ho cercato lungamente fra le ragioni impossibili; ho scartato da prima le possibili, ma non ho ritrovato niente. Una volta mi hanno parlato di voi, a Parigi. A Napoli, Collemagno, un buon amico, innamorato di voi, mi vi ha presentato. Vengo da voi un venerdì, giorno di ricevimento. Va benissimo, tutto questo è in regola, non serve. Ma perchè ritorno da voi troppo presto? Perchè mi metto a venirci ogni giorno, per alcune ore? Perchè tutto il tempo in cui sono lontano da voi, penso al momento di rivedervi? Perchè, fatalmente, irresistibilmente vengo qui, sempre, sempre? Perchè la vostra casa, i vostri salotti, i vostri libri, i vostri gioielli, i vostri abiti, il vostro profumo, i vostri merletti mi piacciono tanto? Perchè voi, che non mi amate, che v’infastidite di me, che me lo dite, che non mi volete neppure per amico,