Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/115

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Gorizia in cor gli crolla. Il Carso gronda
sangue inesausto nel suo petto. Tutta
la terra combattuta, arsa e distrutta,
60dentro gli sorge, dentro gli sprofonda.
 
La malga e il picco, il botro e la laguna,
la roccia e il muro, l’argine e la fossa
vivono in lui come le vene e l’ossa,
come i disegni della sua fortuna.
 
65Egli è la terra ed è l’assalitore.
E la forza degli uomini respira
in lui, palpita in lui, freme e s’adira,
giubila e canta in lui, combatte e muore.
 
Verso tutte le cime della gloria
70egli la incalza. Ecco, subitamente
il suo pensiero si fa carne ardente,
grido e strage si fa, morte e vittoria.
 
Tutte le notti dallo Stelvio al Carso
la gran barra di fuoco arde e risuona.
75Egli la sua certezza ne incorona,
la sua certezza in te, Dio ricomparso.