Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/121

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e non hai cura delle tue felici
selve, non nutri il seme, non concedi
al germe il fimo fendere, ma i piedi
40dei combattenti sono le radici
 
della tua primavera annunziata
dall’Arcangelo, i piedi dolorosi
dei combattenti, i piedi sanguinosi
dei figli nella terra insanguinata,
 
45Signor di sangue, e tutto il lor dolore
e nella terra una fecondità
per sempre, nella terra una bontà
per sempre, un spino, un eternale ardore.


II

 
Udimmo i loro gridi nella notte,
50udimmo i loro canti nel mattino
pieni del grande zefiro latino
come vele tesate dalle scotte.
 
Ascoltammo nell’alba dell’insonne
urbe, nell’ora della tua rugiada,
55crescere l’inno e rimbombar la strada
sotto lo scalpitìio delle colonne.