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Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/123

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Erano l’ostie ai sacrifici tuoi
su gli altari terribili dei monti,
grandeggiando da tutti gli orizzonti
80la madre delle messi e degli eroi;
 
ché, ubertà di Dio, lungo le strade
degli eserciti già spigava il grano
alto e vedeasi contra il flutto umano
ripalpitare l’onda delle biade,
 
85e la madre era bella come i figli,
era la prole come le colline
e le ripe, era bella come il crine
dell’alpe, come il grano e come i gigli.
 
Ed era il sogno simile alla vita
90com’è simile al mosto il sangue ardente,
quando il genio di tutta la tua gente
raggiò dalla primissima ferita.
 
Il valor rise come il fiore sboccia.
Ala, una città presa per amore!
95E l’eroe d’Ala avea nome Cantore!
E il suo canto è scolpito nella roccia.