Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/174

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l’uomo inventi la sua vita e la sua morte ogni giorno. Non v’è più sonno. Non v’è più tregua. Non v’è più respiro. In marcia verso la battaglia del mondo!

47. Si sveglia, laggiù, nella dolce valle virginiana ove geme l’uccello notturno, si sveglia Stonewall Jackson e sente il suo sangue che tuttavia cola, e ordina: «Avanti!»

48. Si poggia sul gomito sano, solleva con l’anima il suo braccio stroncato, lascia pendere i suoi rossi brandelli, e ordina con la voce d’allora: «Portate innanzi i miei fanti!»

49. Balza di nuovo in sella Philip Sheridan fiutando la disfatta lontana, mette il suo cuore in bocca al suo baio; e galoppa le sue venti miglia.

50. Non ha in bocca né cuore né freno il cavallo. Il cuore fu più veloce dei quattro suoi zoccoli. E, quando arriva, la vittoria gli prende la briglia.

51. «Navi! Navi! Navi!» grida David Farragut, l’affondatore di arieti, l’incendiatore di