Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/54

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tagliarono la roccia come il boscaiuolo pone il conio e la scure nella rovere.

13. Dormono tra le nevi dell’Adamello e gli ulivi del Garda melodiosi, a Storo, ad Ampola, a Condino, ossa d’eroi su ceneri d’eroi, soavemente. Chiama, e numera.

14. Chiamali da Vai Daone, chiamali dal Ponale, e dalle rive del tuo Chiese cerulo dove si bagnarono ridendo, a modo di pastori, nel caldo giugno, quando le rupi rosee stillavano e i colli erano cinti d’allegrezza.

15. Chiama quelli che stanno su l’Altissimo, nella prim’alba della guerra preso come i leoni abbrancano la preda, con un sol balzo; e la rugiada fu la prima notte ne’ loro pugni, quando gli astri danzavano lungo gli orli del giorno e le radici del monte giubilavano.

16. Chiama quelli che caddero in Vallarsa scorgendo di lontano biancheggiare la dolce Rovereto tra i due scheggioni che parean vermigli del lor sangue fuggente;