Pagina:D'Annunzio - Canti della guerra latina, 1939.djvu/57

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25. E il cacciator di camosci, piombato giù dal dirupo ch’egli solo calcò, rotolato col masso nel botro, si leverà di sotto alla mora.

26. E quelli che schiantò l’ala nembosa della Vittoria crosciando su la vetta di Plava, grideranno verso te ancor ebri d’assalto.

27. E colui che portò su le spalle il cadavere conteso e le prede e i trofei per entrar col fratello nel buio, tornerà col fratello alla battaglia.

28. Chiama, e numera. Lungo i recinti di Globna, lungo le trincere di Zagora, contro gli spineti di ferro, entro i ferrei forteti squarciati, al passo di Voraia, su la cresta di Vrata, sotto il Rombon tenebroso giacciono, in Saga dormono, in Oslavia sognano i tuoi morti;

29. e taluno ha la nuvola per sua coltre e la caligine per sue fasce; e taluno è covato dalla nuvola corusca, qual semidio che si rigeneri o si trasfiguri;

30. ed altri, che il nimbo irrespirabile avvolse, sta con la maschera in vólto, qual nell’occulto sepolcro il re larvato.