Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/120

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

al levar delle Pleiadi
2520re dei conviti soavi.

Di Taprobane a Ierne
di Cerne all’Ocèano Eoo
la sua scia grande orla i lembi
di quel mondo che t’appariva
nel volo, o Alipede, quale
macedone clamide stesa.
2527Ma di là dalla piaggia d’Eea,
di là dall’estremo Occidente,
ove Elio sommerge i cavalli,
trapassa ad attingere un altro
mondo che sotto altre stelle
si giace in duplice forma,
simile a un’ala d’uccello
2534e simile a un’orsa poggiata
le zampe nell’artico gelo.
E il certo piloto
disegna nell’acque un cammino
ben cognito a tutte le prore,
sì che traccia su traccia
persistevi qual nelle vie
2541frequenti il solco dei carri.

O Egemonio, m’odi.
Nel mare è il certame dei regni.
Il mare implacabile prende
e scevera, senza fallire,
le virtù delle stirpi


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