Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/134

Da Wikisource.

LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

Così tutto attrassi e composi
in me, tutto abbracciai,
di congiugnimenti maestro,
perito d’innesti immortali.
Or io mi penso, Ombra d’aedo,
che ben conoscesti quest’arte
2926tra gli uomini se cumulata
hai tanta ricchezza
nell’anima tua giovenile.
Per ciò ti concedo che sosti
sul lito del fiume torpente
e d’umane cose favelli
col dio. Non bevere l’onda
2933obliosa, ma, se la sete
ti arda, io voglio offerirti
il pomo granato che aperse
Core, di Demetra la figlia
pura, con le chiare sue dita.
Ne prese tre soli granelli:
Aidòneo re sorridea.
2940Bella era la bocca di Core. –

E io ti direi rispondendo:
– O Intercessore benigno,
poiché tu concedi ch’io teco
favelli alla riva del Lete
io tutte le cose dell’uomo
ti svelerò, esule dio.
2947Ma soffri che un’Ombra d’aedo
interroghi l’alto Parente


- 120 -