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Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/323

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DELLA TERRA E DEGLI EROI

Non più pe’ forami de’ fiari
s’ode rimbombevole coro
ma a pena sottil mormorio,
segno che l’arnie son piene,
colme son di nettare biondo.
Noi le voteremo domani
8309all’alba, in mondissimi vasi.
Piedi due fa l’ombra dell’uomo
nell’ora sesta. Oh lunghezza
del dì per oprare e oziare!
Fa ventidue nella prima
ora e nell’undecima. Oh grandi
opere tra l’albe e i meriggi,
8316ozii tra i meriggi e gli occasi!

Natura, mia Madre immortale [Preghiera alla Madre immortale]
che anche tu mi dài vita breve
e immensi disegni mi poni
nel cuore, tu nata la prima,
di te medesima nata,
a tutti comune ma sola
8323incomunicabile, m’odi.
Io sì grave di sapienza
e di esperienza, di gioia
e di dolore, di amore
e di odio, se in te mi distenda,
ritorno leggero ed ignaro,
mi sento pieghevole e verde
8330quasi arbusto privo di nodi.
Eccomi su l’erba supino,


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