Pagina:D'Annunzio - Laudi, I.djvu/84

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LAUDI DEL CIELO E DEL MARE

alla città santa d’Olimpia,
al tempio di Zeus Cronide
con chiusa l’offerta nel cuore.
E tacita era la via;
e il Sole inclinavasi all’onda
1498occidua, con riaccesa
divinità, Elio nomato
per noi, Elio d’Eurifaessa.
Ed eramo senza parola,
tacenti, ma d’una celeste
melodìa pieni il petto
mortale. E talora dai monti
1505aerei venivan messaggi
per l’aere; e noi tendevamo
l’orecchio, attoniti, ai suoni
di Pan. Disse un de’ cari
compagni: “Nel plenilunio
che segue il solstizio d’estate
la Festa ha principio.„ S’udiva
1512dietro a noi fragore di carri.

E d’improvviso tutta
la valle echeggiò di fragore
come d’un émpito d’acque
irrompenti da cataratte
aperte su l’Elide. E il grido
umano e il nitrito anelante
1519squillavano sopra il fragore.
“Per vincere vincere vincere!„
E ci volgemmo. E vedemmo


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