Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/71

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SECONDO - ELETTRA

la sete, la fame;      la corsa verso Parco
nella tempesta      e nella notte, inganno
260meraviglioso;      la montagna affocata
di Gibilrossa      ove ecco ogni uomo par
che trasfiguri      come se oda parlare
una divina      voce alla sua speranza;
e la discesa      muta di sasso in sasso,
265per gli arsi aromi,      lungo le schegge calde,
mentre la sera      coi richiami lontani
de’ suoi pastori      e coi suoi flauti fa
la melodìa      dell’obliata pace;
e poi la notte      vigile di fatali
270stelle; e poi l’alba,      e nell’alba il tonante
impeto, l’urto,      la furibonda strage,
l’inferno al ponte      dell’Ammiraglio; il maschio
Nullo a cavallo      oltre la barricata
con la sua rossa      torma, ferino e umano
275eroe, gran torso      inserto nella vasta
groppa, centàurea      possa, erto su la vampa
come in un vol      di criniere; il grifagno
Bixio, il risorto      Giovanni delle Bande
Nere, temprato      animato metallo,
280voce a saetta,      sottil viso che sa
la cote come      il filo d’una spada
laboriosa,      ossuta fronte salda
come l’ariete      che dirocca muraglie,


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