la sete, la fame; la corsa verso Parco
nella tempesta e nella notte, inganno 260meraviglioso; la montagna affocata
di Gibilrossa ove ecco ogni uomo par
che trasfiguri come se oda parlare
una divina voce alla sua speranza;
e la discesa muta di sasso in sasso, 265per gli arsi aromi, lungo le schegge calde,
mentre la sera coi richiami lontani
de’ suoi pastori e coi suoi flauti fa
la melodìa dell’obliata pace;
e poi la notte vigile di fatali 270stelle; e poi l’alba, e nell’alba il tonante
impeto, l’urto, la furibonda strage,
l’inferno al ponte dell’Ammiraglio; il maschio
Nullo a cavallo oltre la barricata
con la sua rossa torma, ferino e umano 275eroe, gran torso inserto nella vasta
groppa, centàurea possa, erto su la vampa
come in un vol di criniere; il grifagno
Bixio, il risorto Giovanni delle Bande
Nere, temprato animato metallo, 280voce a saetta, sottil viso che sa
la cote come il filo d’una spada
laboriosa, ossuta fronte salda
come l’ariete che dirocca muraglie,