tinto in vermiglio ritorna al quarto assalto
per la Corsina e sprona il suo cavallo
su la scalèa, gli dà ferocia ed ali, 510colpito in petto non fa motto né lai, [Villa Corsina]
vuota la sella, stramazza, con le braccia
aperte e il ventre prono sul sasso sta;
ed ecco i suoi già pronti a dargli bagno
di grana e coltre di porpora, le lame 515battute a freddo, le lance di Romagna,
che per ammenda di Velletri han pagato
un fiero scotto, eccoli tempestare
su l’atterrato per trar dalla battaglia
il corpo e dargli sepoltura, gli eguali 520dei belli Achei corazzati di rame
sul corpo di Patroclo nato dal
cielo, del caro al Pelìde compagno;
mentre dardeggia la voce del grifagno
Bixio ferito di piombo all’anguinaglia, 525voce di scherno, che fischia sfonda e taglia
come la spada che tronca gli è rimasta
nel pugno; e il fabro d’inni Mameli, il vate
soave come Simonide ceo, ma
più puro che l’ospite di Tessaglia, 530guerreggiatore laureato, sul franto
ginocchio cade sorridendo; e di vasta
anima un altro artefice, il lombardo