Induno, alfine cade, giace forato
come selvaggio bugno e per tanti varchi 535non la sua vasta anima dà ma inganna [Catalogo dei guerrieri]
la morte, due volte fatto immortale.
Ecco il Bronzetti, ad altri campi sacro,
ad altro antico esempio, che il suo caro
non abbandona già sotto le calcagna 540nemiche ma l’ardire e la pietà
di Niso ingenuo innova; ecco il toscano
Masi, il Sampieri veneto, ecco il lombardo
Vismara, il Bacci piceno, l’apuano
Giorgieri, duci e gregarii, il romano 545Spada, e Fulgenzio Fabrizi umbro ammirando
al Ponte Milvio, e il conte ravennate
Loreta, e il buon Savoia mantovano,
e il buon Maestri, il monco, il mutilato
di Morazzone, e quel gentil Montaldi 550già cacciatore al Salto e capitano
che navigando laggiù pel guerreggiato
fiume fu solo ed ebbe cento braccia
a sostener con l’arme l’arrembaggio;
ecco l’Anceo, il Silva, il Rodi, il Sacchi, 555il pro’ Daverio, il Mellara, gli Strambio,
il più bel fiore del sangue di Romagna
e di Liguria e d’Umbria e di Toscana,
d’ogni contrada, figli della montagna,