Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/84

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DELLE LAUDI - LIBRO

Crèmera, luoghi      già d’ozii di piaceri
di melodie      e di magnificenze
585fuggitive, orti      custoditi da cieche
statue ed arrisi      da fontane serene,
trasfigurati      sùbito in rossi inferni
vertiginosi,      chi dirà la bellezza
che in voi s’alzò      dalla ruina e stette [L’astro sanguigno]
590su l’Urbe come      terribile astro a sera?
chi canterà      la vostra grande sera?
Cadeva il dì      crudo su fuoco e ferro.
Tre volte e quattro      iterato per l’erte
scalèe l’assalto:      grado per grado, pietra
595per pietra, preso      e perduto e ripreso
e riperduto      il baluardo orrendo;
accumulati      i cadaveri a piè
degli agrifogli,      dei balaustri, delle
statue, delle urne;      fatto il pendìo riviera
600del sangue, cupo      bulicame di membra
lacere; acceso      l’incendio; alzato al cielo
impallidito      il clamore supremo
i Legionarii      ansanti, arsi di sete
e d’ira, armati      di tronconi e di schegge
605neri di fumo      e di polvere, belli
e spaventosi      parvero come quelli
che superato      avean l’uman potere
con la scagliata      anima (tale il segno


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