Così promette il piloto di altura
e di rivaggio, l’uomo tirrenio, instrutto
di sapienza pelasga, che misura
senza fallire con l’occhio l’azzimutto 865e su la linea di fede sa condurre
il suo naviglio con bussola vetusta,
col buon pinàce di manico sicuro,
privo dell’ago, dell’ago che si turba
strepita impazza smarrisce sua virtù. 870“Andremo a poggia e all’orza. Orza di punta!„
pensa il piloto. E il sorriso si schiude
nel suo oro. “Alle mure dei trevi! Mura!„
Silenzioso ride: pensa la susta [Il buon piloto]
che tiene a segno l’antenna latina. Una 875minaccia arguta par che il suo riso aguzzi.
Ei sa che avrà vento traverso, buffi
di vento obliquo; ma sa come si muri.
E crolla il capo incolpevole. “Orsù
via, che domani si semina!„ Nel suo 880pensiero ondeggia di biade il sasso brullo.
S’accosta al letto placido ove il lin rude
par che di sale odori, male asciutta
vela che quivi posi dalle fortune.
Il sacco è a piè del letto; l’arme luce 885su l’origliere: il sogno eterno illude
quella divina anima di fanciullo.