Pagina:D'Annunzio - Laudi, II.djvu/95

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SECONDO - ELETTRA

Così promette      il piloto di altura
e di rivaggio,      l’uomo tirrenio, instrutto
di sapienza      pelasga, che misura
senza fallire      con l’occhio l’azzimutto
865e su la linea      di fede sa condurre
il suo naviglio      con bussola vetusta,
col buon pinàce      di manico sicuro,
privo dell’ago,      dell’ago che si turba
strepita impazza      smarrisce sua virtù.
870“Andremo a poggia      e all’orza. Orza di punta!„
pensa il piloto.      E il sorriso si schiude
nel suo oro. “Alle      mure dei trevi! Mura!„
Silenzioso      ride: pensa la susta [Il buon piloto]
che tiene a segno      l’antenna latina. Una
875minaccia arguta      par che il suo riso aguzzi.
Ei sa che avrà      vento traverso, buffi
di vento obliquo;      ma sa come si muri.
E crolla il capo      incolpevole. “Orsù
via, che domani      si semina!„ Nel suo
880pensiero ondeggia      di biade il sasso brullo.
S’accosta al letto      placido ove il lin rude
par che di sale      odori, male asciutta
vela che quivi      posi dalle fortune.
Il sacco è a piè      del letto; l’arme luce
885su l’origliere:      il sogno eterno illude
quella divina      anima di fanciullo.


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