Pagina:D'Annunzio - Laudi, III.djvu/170

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DELLE LAUDI - LIBRO

Chi mi chiama? La bùccina notturna?
il nitrito del Tessalo? il tonante
Pan? Son nuda. Ardo, gelo. Ah, chi m’afferra?



STABAT NUDA ÆSTAS.

P
RIMAMENTE intravidi il suo piè stretto

scorrere su per gli aghi arsi dei pini
ove estuava l’aere con grande
tremito, quasi bianca vampa effusa.
5Le cicale si tacquero. Più rochi
si fecero i ruscelli. Copiosa
la resina gemette giù pe’ fusti.
Riconobbi il colùbro dal sentore.

Nel bosco degli ulivi la raggiunsi.
10Scorsi l’ombre cerulee dei rami
su la schiena falcata, e i capei fulvi
nell’argento pallàdio trasvolare
senza suono. Più lungi, nella stoppia,
l’allodola balzò dal solco raso,
15la chiamò, la chiamò per nome in cielo.
Allora anch’io per nome la chiamai.

Tra i leandri la vidi che si volse.
Come in bronzea mèsse nel falasco


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