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Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/181

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QUARTO - MEROPE


Non apprese negli anni ciò che apprende
nell’attimo. S’irraggia mentre agghiada.
27E la notte lo fascia di sue bende.

E nel cavo degli occhi ha la rugiada,
non le lacrime, e qualche gran d’arena
30nella man che non stringe più la spada.

Tutto è tacito e puro. Non balena,
non albeggia. In un sol chiarore eguale
33spazia la solitudine serena.

Scende dal cielo e dalla terra sale
la stessa luce: tal nel cielo Sirio
36qual nella piaga l’anima immortale.

Mi risveglio io così, dopo il delirio
dell’improvvisa primavera, solo
39con la mia vita, ahimè, senza martirio


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