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Pagina:D'Annunzio - Laudi, IV.djvu/182

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DELLE LAUDI - LIBRO


cruento, nella notte del mio duolo
antico e nel silenzio delle stelle
42infauste, inerte su lo stranio suolo.

E nelle vene che parean novelle
m’incresce il vano sangue non versato
45e la febbre che aggrava il polso imbelle.

O mie canzoni, di qual grande afflato
piene sembraste nella prima ressa
48quando ogni mio pensier balzava armato!

A ciascuna di voi con indefessa
vigilia diedi volto d’eroina,
51d’aquila penne, ugne di leonessa.

Sì travagliosa era la mia fucina,
era l’angoscia dell’amor sì forte,
54che più non mi dolea nel cuor la spina


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