Pagina:D'Azeglio - Ettore Fieramosca o la disfida di Barletta, 1856.djvu/192

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capitolo xiv. 189

dicesse con voce abbastanza alta per essere udito da Pietraccio:

— Povero asino! Guarda chi si vuol metter con Cesare Borgia! Avresti proprio trovato chi ti leva la sete col presciutto! Già è il vin d’Alicante che discorre per lui.

Quest’ultime parole, non meno che tutto il dialogo antecedente, con somma attenzione udite ed intese dall’assassino, erano bastate per fargli conoscere in somma, che per commissione del Valentino si stava combinando il ratto della sua protettrice, e che il duca si trovava nella rôcca di Barletta. Si può credere senza far torto a Pietraccio che l’intenzione di difender la donna non fosse il suo primo pensiero: che cosa sapeva egli di gratitudine? Ma la speranza di poter far andar a monte un’impresa del maggior nemico suo, e di sua madre, un’altra speranza più atroce di potersi forse imbattere in lui tra la folla e il disordine della festa, ed ammazzarlo, gli fece ribollir il sangue di gioia, e quando Boscherino dopo non molto se ne fu andato, s’alzò dal luogo ove stava e, cavatosi di seno il pugnale sottile ed acuto che gli aveva dato D. Michele, coll’estremità dell’indice ne tentava la punta stringendo i denti e facendo l’atto di chi mena un manrovescio; poi pensava in qual modo potrebbe di qui condursi salvo a Barletta.

Suonò l’ave maria al monastero: dopo una mezz’ora, risalito piano piano, aprì la porta e guardandosi intorno vide che tutta la spianata era deserta; ma per condursi alla terra ferma non ardì passar sotto la torre nè per il ponte; e conoscendo che il tratto di mare che era fra l’isola ed il lido gli offriva una strada più sicura (erano qualche cento braccia), scese per la scaletta, e giunto all’acqua e spogliatosi, fece de’ suoi panni un fardelletto che si legò in capo, e poi messosi a nuoto, in pochi minuti senza esser veduto nè sentito