Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/167

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con disprezzo, fu abbastanza accorto per avvedersene e per prestarmi una consolazione con offerte e coi benefici. Ma egli non era ricco, né io indiscreto: tutto quello, ch’io riceveva dalle sue mani, era un peso incredibile all’anima mia. Oltre a questo, io non era solo; e molte volte, nel momento stesso in cui alla mensa del mio benefico Filemone io aveva un alimento di vita, il cor mio lagrimava per tre bocche fameliche, a cui non aveva in quel giorno potuto somministrare che un po’ di pane. Ecco l’orribile pittura dello stato in cui vissi piú di tre mesi.

Capitò frattanto a Trieste la solita compagnia de’ cantanti di quella stagione; e l’impresario di quella, uomo, se non generoso, pure abbastanza saggio e discreto, mi dimandò d’assisterlo nella rappresentazione d^W Ape musicale , opera senza maestro di cappella, da me per Vienna composta; e questa piacque abbastanza perch’ei mi pagasse volentieri un certo prezzo accordatomi; prezzo, che, sebben modico, pur mi fu di conforto sommo nelle circostanze in cui era. Alla compagnia de’cantanti ne successe un’altra di comici; e i pochi amici ch’io aveva in quella cittá, tra’quali nominerò con orgoglio il governatore, il baron Pitoni, il conte Soardi e il mio compatriotta Lucchesi, vollero a forza ch’io facessi rappresentare qualche mio dramma, lo avea ricevuto dal fratei mio, alcun tempo prima della sua morte, i due primi atti d’una tragedia non limata né terminata. La limai, la terminai e ne feci dono a quella compagnia, bi tappi esentò con applauso, e il pumo a farne degli elogi straordinari fu il Colletti. Questa sua sfacciata doppiezza ridestò in me un risentimento, ch’io aveva fin allora soffocato prò bono pacis. Non credei però che fosse ancor tempo di dar foco alla mina; tanto piú che il mio core, parte per le speranze da me concepite per le promesse d’un imperatore, e parte per gli elogi prodigatimi per questo mio dramma e per la mia tragedia, cominciava non solo a ritranquillarsi, ma ad acquistare nuov’energia e nuova vita. La prima pruova, ch’io ebbi di questo, fu una potentissima ricaduta ne’ lacci d’amore, da cui poco tempo prima io m’era in modo mirabile liberato.