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Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/170

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dicevan assai chiaramente i guardi teneri, i sospiri ardentissimi, le tronche parole e sopra tutto la necessitá di star sempre insieme e sempre vicini. Io aveva giá scritto all’amico mio di Vienna che i parenti acconsentivano di buon grado, che il suo ritratto piaceva e che la sua venuta a Trieste per ultimare tutte le cose era ansiosamente aspettata. Non mi capitò per diversi giorni la sua risposta, e furono questi tanti giorni di morte per me. Io stava una sera vicino a lei, quand’entra il fratello e mi presenta una lettera. Ne riconosco il carattere, e, con mano e piú ancora con cor tremante, l’apro e ad alta voce la leggo.

Ecco le precise parole: Caro amico, la giovane, se somiglia al ritratto, è bellissima; le informazioni di tutti gli amici miei, quanto ai costumi, al carattere e alle maniere della giovinetta, non posson esser piú favorevoli. Ma, come tutti mi dicono che il padre è assai facoltoso, cosi io, sebben abbastanza ricco, per non pregiudicar 1 possibili figli, vorrei sapere qual dote le accorderebbe al mio maritarla. Appena finite queste parole, il padre mi strappò il foglio di mano, lo squarciò in cento minuti pezzi e gittollo furiosamente nel foco, ripetendo con ira queste parole: — Ah! ah! il signor Galliano vorrebbe sposar il mio danaro e non la mia figlia! — (Galliano era il nome del mercadante). Rimase pochi momenti taciturno, fece tre o quattro passi per la camera; e poi, a me rivolgendosi: — Amico Da Ponte — mi diss’egli, — la volete? — Chi? — replicai ridendo. — La mia figlia — soggiunse. E come io seguitava a ridere: — E tu, Nanci, che dici? lo vuoi? — Abbassò essa gli occhi, sorrise, li rialzò, guardommi con amorosa modestia; e il padre, che credè vedere e nel mio riso e nel suo silenzio quel che di fatti era ne’ nostri cuori, prese la mia e la sua mano, le congiunse insieme assai strettamente, ed a me disse: — La Nanci è vostra; — ed a lei : — Il Da Ponte è tuo. — La madre, il fratello e la cognata applaudirono a questa scena improvvisa; ma la mia gioia, e credo la sua, fu tale e tanta in quel momento, che né ella nè io fummo capaci di piú parlare per tutto il rimanente di quella sera. Partii da