Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. I, 1918 – BEIC 1797111.djvu/61

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Teresa, da non potere essa per alcun modo soffrire nel mio core un rivale, nemmen di genere mascolino. Credette la poverina ch’io amassi piú voi che lei. Questo timore la rese ingiusta: bisogna compatirla. No no, Teresa mia — soggiunse allora, tutto tenerezza, quel buon signore; — non amo, non amai, non amerò alcun piú di te. — La prese per mano, cosi dicendo, la baciò cento volte in fronte e gittò qualche lagrima; ed ella Asciugavagli gli occhi col bel velo (»).

Questa passione, questo accecamento, questo fanatismo durò indelebilmente in quell’uomo ottimo, in queireminente filosofo, fino agli ultimi giorni della sua vita. Sposò, pochi mesi dopo, Teresa il novello amante, in casa del Memmo; divenne madre di vari figli, dal Memmo; rimase vedova e consolata nelle braccia del Memmo; e, come prima di maritarsi, cosi nel matrimonio, nella vedovanza e nella vecchiezza, fu unica ed assoluta padrona della sua facoltá, della sua volontá, del suo cuore e della sua ragione! Che scola per la povera umanitá! Torniam alla storia mia. Io era dunque amato dalle donne, stimato dagli uomini, accarezzato da’ miei protettori e pieno di buone speranze. Passai tranquillamente qualche tempo in questa manieradi vita. I miei nemici stessi parea che dormissero o non si curassero piú di me. Durò poco il buon tempo. La mia disgrazia volle che l’incorrotta giustizia di Giorgio Pisani e la sua profonda cognizione delle leggi e della veneta costituzione, ch’ei voleva ristabilire, e che io con le cure e gli studi miei non poco assisteva, (t) Questo signore aveva chiuso nel proprio armadio alcune centinaia di monete d’argento. L’aveva contate con me e con certo Muti egli stesso, al momento di chiuderlo. Pochi di dopo ne prese alcune (credo venti) e rinchiuse a chiave lo scrigno. Non passaron tre giorni, che, al prenderne altre venti, ne mancavano circa cento. V’era il medesimo Muti, e v’era io presente. Non si cessò di stupire.— La cosa è certa — diceva io. — Non v’è dubbio — diceva il Memmo. Il buon Muti, galantuomo, filosofo ed amico di quel signore : — Io non ci trovo — soggiunse — niente di strano. Vi son molte mani in casa. — Zitto, lingua sacrilega ! — teplicò il Memmo — dirò piuttosto averle rubate io che questa buona gente: — Il padre di «questa buona gente» era stato aguzzino di galera e la madre lavaceci !