Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/213

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ora per l’altro, acquistano fama, trovano protettori, e non di rado son preferiti a chi è tanto maggiore di loro in ingegno, spericnza e capacitá, quanto un rinoceronte è maggiore d’una formica. Aloisi fu preferito da alcuni a Rapallo! E Aloisi in un libricciuolo di non molte pagine commise quasi tanti errori che parole, mentre Rapallo scrive l’italiano con grazia, con proprietá e sempre correttamente. F*** fu preferito... non voglio dire a chi! Ma F*** nella prefazione alla sua grammatica ha molti errori di sintassi, di lingua, di stile; c l’altro... non occorre dir niente per ora... basti sapere che l’altro ne sapea piú in un dito, che F*** in tutta la sua grammatica dalle dieci lezioni! Vi furono alcuni impostori che, o vantandosi oriundi di Firenze o di Roma, o promettendo d’insegnar una lingua in trentasei, in ventiquattro e fino in dieci lezioni, trovaron sul fatto degli avventori, che in quattro o seigiorni però «revertebantur percutienles peci or a sua». Pruove di siinil fatta non bastarono ad aprir gli occhi alla gente; e, mentre, pria di comperar un cavallo, gli si guarda in bocca, gli si esaminai! gli occhi, gli si toccan i piedi e le gambe; mentre, prima d’appigionar una casa, prima di prendere un servo, si usano tutte le perquisizioni possibili, per saper se i camini fumano, se le mura son umide, se quell’uomo è onesto, abile, sobrio, fedele; per l’educazione della gioventú non si ha ribrezzo o vergogna d’apparir ciechi e poco curanti. Il sommo mio zelo per la mia favella e l’onore di que’ nobili letterati, per la cui diffusione durante lo spazio di quattro e piú lustri «multa tuli fecique senex», mi traggon dalla penna mal volentieri queste amarissime osservazioni; e, come sarei lietissimo di veder giungere dalla mia patria una nave carica di veri sapienti e di letterati di primo grido, che meco s’adoperassero all’innalzamento del nobile letterario edilizio da me incominciato, cosí mi umilia, e mi accora vedere: Nel recinto di questo orticello, ch’io con chiavi dorate chiudea, dove il mirto e l’alloro novello ombra a gigli ed a rose facea; Da Ponte, Memorie.