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Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/31

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tempo dopo, la via di Sunbury, e vi arrivai senza alcun avvenimento sinistro. È certamente maraviglioso ch’io abbia potuto, a un’etá si avanzata e dopo fatti si disastrosi, incontrar coraggiosamente e sopportar il peso di tante fatiche ; e chi legge queste Memorie avrá ragione di maravigliarsi assai piú, quando dirogli come in soli sett’anni valicai settantadue volte quella montagna, e non sempre nella stagione de’ fiori.

Dopo pruove tanto evidenti dell’umana perfidia, par che un uomo poco lontano da’ settanta avrebbe dovuto cominciar a diffidare degli uomini, o almen a studiarli bene pria di fidarsene. Ma, come fosse volere della provvidenza ch’io cadessi tutta la vita in mano di malvagi, tanti mali da me sofferti non bastarono a darmi senno; anzi l’uscir da un abisso fu per me ognor la vigilia d’entrar in un abisso maggiore. Io avea portato con me una gran quantitá di mercatanzie d’ogni genere, e non poco danaro da trafficare in prodotti della campagna, ed in grani principalmente. Un certo Tommaso Robins avea, per mia disgrazia, in quell’epoca disseccato il negozio, e volea dar a pigione la casa ed i magazzini. L’occasione mi parve propizia, e la presi in affitto. La fama di colui era qual doveva essere. Bevitore, giocatore, intrigatore, immerso nelle laidezze, rotto ne’ vizi, capace d’ogni baratteria, d’ogni frode, con cento altre taccole addosso, ognuna delle quali è sufficiente a rendere un uomo disonorato. Tale era, per opinione generale della parte sana di Sunbury, il proprietario della casa, in cui entrai colla mia giá dimezzata facoltá. Ma il mio cognato insisteva che Tommaso Robins fosse un uomo giusto, e questo bastò per rendermi vittima. Dopo esser caduto nelle zanne di tal cherubino, per colmo delle consolazioni intoppai in un serafino della medesima razza. Era costui un astutissimo yankee , venuto a Sunbury a cercar fortuna. Il diamine me lo mandò per le mani; ed io, fidandomi, al solito, d’un medicastronzolo che me lo alzava alle stelle (e ch’io non sapea essere suo patriotta e cugino), lo pigliai per secretano, scrivano ed agente, piú co’ sentimenti di padre che di principale. Da principio tutto andò bene. Io aveva cangiato sistema. Di venditore.