Pagina:Da Ponte, Lorenzo – Memorie, Vol. II, 1918 – BEIC 1797684.djvu/44

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quella scorgo lo scerifo (che non era ancor fuggito), il fratello di Robins e alcuni loro sgherri, che ne facevano uno spogliamento totale. In meno d’un’ora non v’era piú nulla, nemmeno i Ietti! Ignorando le cagioni di tale fatto, andai all’uffizio del protonotario per esserne informato. Mi fu allora detto che la persona, a cui io doveva i quattrocentoottantotto talleri, ad istanza della quale il mio carro ed i miei cavalli erano stati presi in esazione, e per cui Giovanni e Tommaso Robins divenuti erano sicurezza, era caduta su’ beni di Gilberto Robins, allora defunto, e che Giovanni Robins, suo esecutore e amministratore, era quindi venuto contra me e s’era impadronito legalmente de’ miei effetti, per indennizzazione di quel carro e di quei cavalli, che per volontá e comando specifico del sopradetto Gilberto rimasti erano in mano di Tommaso, e che Tommaso avea venduto, a dispetto delle opposizioni e delle offerte di pagamento di Lorenzo Da Ponte, e tenuto avea pacificamente tutto il prodotto per sé. Ricorsi a’ rispettivi tribunali. Esposi la storia delle mie persecuzioni, e tutto quello che ho potuto ottenere furono i letti, su cui dopo aver versate per poche notti l’ultime lagrime, presi la risoluzione salutare di lasciar Sunbury.

Il giorno quattordici di agosto dell’anno 1818, alle dodici ore della mattina, diedi l’estremo addio a quel per me nuovo Egitto ed a’ suoi fatalissimi abitatori. Arrivai felicemente a Filadelfia, e mia intenzione era di fermarmivi colla famiglia e poi spargervi la lingua e letteratura del mio paese, come aveva fatto a New-York. Un giovinetto italiano arrivato era alcun tempo prima in quella cittá, e seco portato vi aveva i principali tesori della letteratura italiana. Mi parve l’occasione propizia al disegno mio. M’accontai co’ primi letterati di quella capitale, co’ direttori della pubblica libreria; e proposi loro l’acquisto di tutti o di parte de’ libri, che recati avea seco quel giovane. Trovai con sorpresa e cordoglio che non se ne sapeva piú ch’a New-York quand’io vi arrivai. Non mi perdei tuttavia di coraggio. Offersi alcuni libri alla pubblica libreria, pe’ quali s’avesse un saggio della sua bella letteratura. Il signor