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6. la programmabilità | 227 |
Mauchly, ex collaboratore di Eckert, impiegato presso la Moore School, venuto a conoscenza del progetto, lo realizzò con i fondi dell’esercito, così nel 1946 entrò in opera “ENIAC” (Electronic Numerical Integrator And Calculator).
A dire il vero, la programmabilità di “ENIAC” era alquanto limitata, e così pure le sue capacità di memoria, ma comunque si trattava di uno strumento funzionante. Esso operò in un primo tempo presso la scuola di ingegneria elettronica dell’Università di Pennsylvania, e poi fu trasferito al Centro Studi Balistici dell’esercito ad Aberdeen. Occupava una superficie di centottanta metri quadrati, e pesava circa trenta tonnellate.
Nel 1945, lo scienziato di origine ungherese John von Neumann, che operava presso l’MIT nell’ambito to degli studi relativi alla realizzazione di bombe atomiche, inizia a progettare un nuovo calcolatore: la macchina di von Neumann riceveva il programma come serie di istruzioni che memorizzava in un settore “libero” della sua memoria, quindi una “unità di governo” leggeva sequenzialmente la serie e procedeva all’esecuzione dei vari passi, prelevando i dati da altre zone opportune della memoria stessa.
Il fatto che il programma fosse memorizzato sotto forma di numeri permetteva che la sequenza variasse in base ai risultati intermedi dell’elaborazione in corso, e questa è una possibilità fondamentale che segna il passaggio dal calcolatore all’elaboratore.
Il calcolatore realizzato sulla base delle idee di von Neumann, lo “EDVAC”, entra in funzione nel 1951 al Centro Studi Avanzati dell’Università di Princeton, e dispone di una quantità di memoria dell’ordine di grandezza del centinaio di locazioni.
Le idee su cui era basato l’“EDVAC” si sono affermate e hanno segnato tutto lo sviluppo della tecnologia dei calcolatori fino ai giorni nostri. È infatti solo negli ultimi anni che nei supercalcolatori si sta met-