Pagina:Dandolo - La Signora di Monza e le streghe del Tirolo, 1855.djvu/137

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nei monasterii, anche sotto pretesti honorevoli et honesti: perciò habbiam sentito con molto dispiacere che nei luoghi di nostra diocese, dove sono monasterii di monache e congregationi di vergini, sieno stati stabiliti alloggiamenti ordenarii per la soldatesca, che case erme si dicono, ove lungamente possono e devono dimorare. Onde volendo noi provvedere che d’indi non ne segua qualche disordine in offensa del honor vostro, vi comandiamo in virtù di santa obbedienza, e sotto altre pene a nostro arbitrio secondo la qualità del fatto, che non admettiate nel vostro Monastero, nè alla Chiesa vostra, sotto qualunque pretesto, anche di pietà e di divotione, ne manco di parentella, se ben fosse fratello, alcun soldato nè altro suo adherente, servitore e ministro, nè suo ambasciatore, nè seco trattiate voi stessa, od altra monacha, o figlia d’educatione, nè vostri ministri o servi; perchè vogliamo che resti escluso ogni trattato et ogni conversatione tra essi et voi. Non permetterete che ad istanza d’alcun soldato e suo dipendente si faccin offitii diversi nella Chiesa vostra; nè che i vostri cappellani a loro nome celebrino la santa Messa, nè faccino altra funzion ecclesiastica. . . . . Ogni porta del Monastero per maggior sicurezza e custodia della clausura deve avere un catenazo con chiave che a traverso sin dentro al muro tutta la serri: quello poi del portello, usato per ordinario, dovrà la madre Superiora, come già altre volte è stato comandato sotto pena di scomunica, serrarlo la sera et aprirlo la mattina alla hora debita, e tener sempre la chiave presso di sè, o in luogo secreto e sicuro: e per la porta dei carri ella parimenti deve tener e custodire sempre una delle due chiavi come sopra, e per sè stessa aprir e serrare finito il bisogno; et occorrendogli infirmità che l’impedisca, deve far il medesimo la Vicaria, sotto la stessa pena, sotto la quale anche le portinare devono