Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/273

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L’ULTIMO ANNO AD ALTARANA.


STRASCICHI DELLA GUERRA.


Ritornato al villaggio, il maestro cessò di bere, si rimise bruscamente allo studio, e cambiò modo con gli alunni: non più percosse, non più ingiurie, non più sgarbi, ne dovesse andar sossopra la scuola. Alla maestra Galli, ansiosa di sapere perchè l’avessero chiamato a Torino, disse tutta la verità, non solo per sfogo dell’animo, ma perchè sperava, dopo averle fatto intendere che s’era buttato sulla mala via per cagion sua, di commoverla col racconto della scena drammatica del provveditore. E in fatti ella ne fu scossa, e pure fingendo di non credere d’esser stata lei la cagione del suo fuorviarsi, si rallegrò di cuore del ravvedimento, come se dovesse segnare con la fine del vizio anche quella della passione, e riprese con lui, dopo quel giorno, la familiarità amichevole di prima, quasi con più dolcezza di prima. Così, a poco a poco, il giovine si riaccese. Ma si tenne quieto, confidando nell’effetto lento d’una lunga e buona amicizia e, sebbene la coscienza glie ne rimordesse, anche di una disgrazia, che gli pareva non dovesse tardar molto a seguire; poichè, in fondo, egli aveva sempre creduto, o voluto credere, che la più forte ragione del rifiuto di lei fosse quella della condizione peggiorata in cui sarebbe stato ridotto suo padre quando essi, poveri tutti e due, gli avessero messo in casa dei figliuoli. Con questo pensiero aspettò, domandando ogni giorno notizie del vecchio alla ragazza, senza guardarla nel viso, quasi turbato dalla coscienza d’un tradimento. E il vecchio, lentamente, peggiorava.

Ma presto sopraggiunse al maestro la cura degli