Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/337

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In monastero 75

patico, un grasso benevolo e rispettoso. L’esame fu dato in un camerone nudo, dove erano stati messi apposta due crocifissi. Il provveditore s’indispettì fin da principio, osservando il timore eccessivo delle monache, il viso agitato della Madre, che parea che camminasse sui triboli, come se lui fosse venuto là per contaminarle il convento. E cominciò a far le interrogazioni con un accento brusco, che raddoppiò la confusione delle esaminate, dicendo ogni tanto all’una o all’altra, coi denti stretti: — Non si sgomenti, Dio buono! Sono un uomo, non sono un orco. Che cosa le hanno dato ad intendere? — e tirava delle occhiate alla Madre. Ma il peggio fu agli esercizi. Quando vedeva le bacchette intralciarsi nelle corone dei rosari, la Madre fremeva come a una profanazione. Il provveditore insistè in ispecial modo sui passi ritmici, e mentre eseguivano l’esercizio, s’impazientiva perchè non mostravano i piedi. A un tratto, stizzito, esclamò: — Ma alzino un po’ più il vestito, ch’io possa vedere che cosa fanno! — La Madre disse con voce strozzata: — È un’indegnità! — Per fortuna egli non sentì. Ma, se non fosse stata la pena che facevan quelle povere monache così in affanno, sarebbe stato un incanto a vedere la grazia che dava ad alcune quella vergogna, e com’eran belle, rosse a quel modo e tremanti, sotto il velo bianco. Ma si vedevan tanto patire, che lo stesso ispettore voltava il viso da un’altra parte, per non accrescere col suo sguardo la loro tortura. A un certo punto il provveditore mi disse secco: — Interroghi sulla rotazione del busto! — A quelle parole la Madre scattò. — Mi perdoni — disse forte, impallidendo — questo non è che nella ginnastica maschile. — La rotazione del busto fu messa da parte. Ma quell’osservazione inasprì anche peggio il provveditore, al quale pure metteva dispetto il vedere in quella Madre e nelle sue monache tanta ripugnanza alla ginnastica, mentre appunto la maggior parte di esse mostravan nella persona patita e debole d’averne tanto bisogno. E lo disse un po’ aspro, andandosene: — Non abbia tanta paura, reverenda Madre, della ginnastica: non è mica una cosa disonesta: la ginnastica dà la salute; la consigli, la consigli alle sue figliuole, chè farà un’opera santa, e potrà dare ai poveri i soldi che risparmieranno dallo speziale.