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Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/123

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had-el-garbìa 113


come per dire: — Non siamo così gonzi! — Nemmeno il ragazzo mulatto, nemmeno i soldati della Legazione, cresciuti, si può dire, in mezzo agli Europei, e già quasi famigliari coi due artisti, non vollero permettere che la loro immagine fosse profanata dalla matita cristiana. Il Corano, come tutti sanno, proibisce la rappresentazione della figura umana e degli animali, come un principio o una tentazione all’idolatria. Il signor Biseo fece domandare dall’interprete a uno dei soldati per quale ragione non si voleva lasciar copiare. — Perchè, — rispose, — in quella figura che vuol fare, il pittore non è capace d’infondere l’anima. A che scopo dunque la vorrebbe fare? Dio soltanto può creare degli esseri viventi, ed è un sacrilegio pretendere d’imitarlo. — Fu interrogato il ragazzo mulatto. — Fatemi il ritratto, — egli disse ridendo, — mentre dormo; non me ne importa; non ci avrò colpa io; ma mentre io vedo, mai al mondo. — Allora il Biseo si mise a fare lo schizzo d’uno che dormiva. Tutti gli altri, raggruppati in disparte, stavano attenti, guardando ora il pittore ora il dormiente coi loro grandi occhi stupiti. A un tratto il servo si svegliò, girò gli occhi intorno, capì, fece un atto di dispetto e s’allontanò, mormorando, fra le risa dei compagni che avevan l’aria di dirgli: — Te l’hanno fatta, via; ora sei conciato per le feste.