Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/222

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emilio zola. 219


in una bottega da salumaio, in compagnia della bella Lisa, dal seno saldo e immobile che pare un ventre, in mezzo alle teste di porco affondate nella gelatina, alle scatole di sardelle, che trasudano l’olio, ai prosciutti sanguinanti, al vitello lardato e ai pasticci di fegato di lepre, dipinti, o piuttosto dati a fiutare e a toccare in maniera, che, terminata la lettura, si lascia il libro, senz’avvedersene, e si cerca colle mani la catinella. E via via, il buon odore delle spalle di Nana, l’odor di pescheria delle sottane della bella normanna, il puzzo dell’alito di Boit-sans-soif, il tanfo del baule di Lantier; egli ci fa sentir tutto, inesorabilmente, aprendoci le narici a forza coll’asticciuola della penna; e descrive il parco del Paradou fiore per fiore, il mercato di Sant’Eustachio pesce per pesce, la bottega di madame Lecoeur cacio per cacio, e il pranzo di Gervaise boccone per boccone. Nella stessa maniera procede riguardo alle occupazioni dei suoi personaggi, alle quali ci fa assistere, spiegandole minutamente, di