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292 ricordi di parigi.


altissimi, che paiono la travatura di edifizi non finiti; e ogni cosa essendo ancora chiusa e velata da un po’ di nebbia, non si vede che un grande spazio solitario e grigio, nel quale non si riconoscono più, a primo aspetto, i luoghi più noti; e tutto pare invecchiato, logoro e pieno di pentimenti e di tristezze; a cui sembra che vogliano sfuggire le rare carrozze che passano rapidamente, come peccatrici sorprese dall’alba e dalla vergogna, dopo l’ultima orgia del carnovale. — Son questi i boulevards? — si dice con un senso di rammarico, davanti a quel miserabile spettacolo. E così dopo qualche mese di vita parigina si dice: — Questa è Parigi?


Ma i primi mesi sono bellissimi, in specie per i cambiamenti che seguono in noi. Si prova subito un raddoppiamento d’attività fisica per effetto del raddoppiamento di valore del tempo, e l’orologio, fino allora sprezzato, assume la dire-