Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/61

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58 ricordi di parigi.


piti delle vetrine annunzia il paese delle grandi foreste, e mille immagini rammentano la dolce tristezza dei bei laghi coronati di montagne irte di pini e bianche di neve. In mezzo ai prodotti delle miniere di Falum e ai blocchi di nikel, si alzano i trofei di pelliccie, circondati di teste d’orsi, di lontre e di castori; le stufe colossali, le piramidi nere di bottiglie sferiche, i pattini, i cordami, e i grandi mucchi di fiammiferi svedesi; ai quali succedono le ceramiche in cui brilla un riflesso pallido dei mari boreali, e i mille oggetti scolpiti dai contadini norvegi nelle veglie interminabili delle notti d’inverno. Immagini e colori che presentano tutti insieme un gran quadro malinconico, nel quale mette appena un sorriso la bianchezza argentea delle filigrane di Cristiania, come uno spiraglio sereno in un cielo rannuvolato. Lo spiraglio però s’allarga improvvisamente all’uscire dalle sale della Scandinavia, e alle brume boreali succede in un batter d’occhio l’ampio sereno immacolato di un