Pagina:De Blasis - Leonardo da Vinci, 1872.djvu/64

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ventore. Fra trovati di questa scienza che debbonsi a lui celebre è quello delle bombe1, cui dà il nome di passavolanti descrivendole esattamente in una Memoria diretta al duca Lodovico Sforza suo mecenate. E che di tale invenzione ci sia vero ancora lo provano i suoi disegni2 pubblicati in Milano, in uno dei quali (Tav. 38) è delineato il mortaio, che coll’artificio semplicissimo d’una vite perpetua, e di una semiruota dentata, riceve tutti i gradi di elevazione di cui abbisogna, secondo le circostanze; ed ivi pure veggonsi in aria le palle di bomba, le quali giunte ad una data altezza scoppiano, e da alcune veggonsi uscire piccole palle e razzi di fuoco. Trovandosi ne’ manoscritti del Vinci descritti il compasso di proporzione, l’igrometro a corda, lo strumento da pescare le perle, ed il bilanciere degli orologi, si ha chiara prova che il trovato di tali strumenti è a lui anteriore, quando alcuno di essi non fosse frutto del suo ingegno. A lui dobbiamo ancora due processi chimici: il primo è la composizione del fuoco greco ch’ei chiama fiammata: il secondo la maniera di trarre l’olio dalle noci per la dipintura, in modo che non irrancidisca facilmente e che riesca purissimo. Non piccola lode poi viene a Leonardo dall’aver tenuto assai prima di Bacone, che sola interprete della natura fosse l’esperienza: (V. Essai, ecc. § XV) eccone le parole: «Mai da lei non ricevesi inganno. Bensì il giudizio nostro s’inganna aspettando effetti ai quali l’esperienza rifiutasi. Questa dunque è mestieri consultare mai sempre e ripeterla e variarla per mille guise sino che ne abbia tratto fuori le leggi universali; imperocché la sola esperienza può provederci della notizia di tali leggi.» E in altro luogo: «Tratterò tale argomento,ma dianzi farò alcuni esperimenti, avendo io per principio di citar prima i fatti sperimentali, e poi dimostrare donde nasce che i corpi sono costretti operare in certa guisa o in cert’altra. Ed io credo che questo metodo sia sempre da seguitarsi in ogni ricercamento di fenomeni.»

(7) Questa penisola fu, di quando in quando, perseguitata e tormentata da codesta nazione, e sempre ingiustamente, barbaramente e con forze superiosissime alle sue. Per maggiore sciagura, gl’Italiani sempre divisi municipalmente e politicamente,

  1. L’invenzione della bomba ascrivesi da alcuni a Sigismondo Pandolfo Malatesta, che morì nel 1457; pensano altri, che nel 1435 si usassero nel regno di Napoli, sotto Carlo VIII.
  2. Disegni di Leonardo da Vinci incisi e pubblicati da Carlo Giuseppe Gerli, in foglio, Milano 1784; sono tavole CO in rame.