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212 | capitolo xii. |
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L’arte non ebbe in quel periodo grandi affermazioni, tranne nella pittura, in cui impressero indimenticabili orme il Celentano, il Fortuny e il Fracassini, morti giovanissimi. L’epistolario del Celentano, pubblicato dopo la sua morte dal fratello Luigi, riproduce in parte la vita di Roma in quel tempo, e si legge con profondo interesse 1. Bernardo muore, dipingendo il Tasso, il suo capolavoro; e questo quadro, e il Consiglio dei Dieci gli assegnarono il primo posto fra gl’innovatori della pittura. Fortuny e Fracassini vengono dopo lui. Celentano si affermò il maggior pittore del suo tempo, e la morte sua, a ventott’anni, fu pubblico lutto a Roma e a Napoli.
Qual morte! Uscito per tempo e sanissimo di casa, verso le dieci era stato veduto fuori del suo studio a respirare l’aria rinfrescata, dopo la caldura de’ giorni precedenti, e aveva detto al pittore Pollak che quel fresco gli faceva molto bene. Più tardi l’udirono ancora cantare ad alta voce, com’egli usava. Alle undici e mezzo, a un tratto, posata la tavolozza e i pennelli, s’era posto a sedere, restando per alcuni minuti taciturno. A dimanda del modello, se qualcosa lo turbasse, aveva risposto: «un forte mal di capo». Quindi, alzatosi, s’era affrettato a rivoltare il Tasso al muro, riuscendo a muovere il pesante cavalletto, ov’era già situato in cornice; e poi nell’accostarsi al sofà, aveva chiesto un sorso d’acqua; e quando il modello andò a porgergli il bicchiere, trovò l’infelice caduto e privo di sentimento; e così, come l’ebbe alla meglio disteso, uscì fuori, in costume da Torquato, a gridare al soccorso! Cesare Fracassini, Guglielmo de Sanctis, Paolo Mei, il Vaini ed altri accorsero da’ vicini studi, insieme a Michele, il custode; poi sopraggiunsero Pompeo Dovizielli e il farmacista Apolloni, e quindi un primo dottore, e poi un secondo, il Magrini, che non si mosse più di là. Come oppresso da sonno profondo, Bernardo russava fortemente. Inutile la pietà e i rimedi: non diede più segno di ri-
- ↑ Bernardo Celentano, Notizie e lettere intime, pubblicate dal fratello Luigi. Roma, tipografia Bodoniana, 1883.