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primo concistoro - il nuovo municipio 61


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La partita delle spese offre nuova ed originale materia di confronti. Il più di esse era rappresentato dalla beneficenza, dagli alloggi e dalle spese di casermaggio. Mentre da un lato per i lavori pubblici erano stanziati 129,235 scudi; per spettacoli, teatri e feste pubbliche 26,715; per i vigili 12,428; per monumenti, musei e pinacoteca, protomedicato e assegno ai maestri di filosofia in Santa Maria della pace, più di 7000; dall’altro lato gli oneri di beneficenza rappresentavano il carico più alto di quel bilancio, quasi la terza parte. C’erano i sussidi giornalieri permanenti a 3281 famiglie povere, e quelli delle tre principali ricorrenze dell’anno; c’erano i sussidi straordinari, nonchè quelli giornalieri ai braccianti invalidi; e gli altri in letti, vestiari e casse mortuarie ai poveri, che si concedevano mediante invito dei parroci. Calcolata ogni cassa mortuaria a 80 baiocchi, si aveva per esse la cifra complessiva di 2528 scudi, pari a lire 12,640. Oggi, con la popolazione più che raddoppiata, il municipio non spende, per questo capitolo, che 13,486 lire; il che basta da sè a dimostrare il rifiorimento delle condizioni economiche delle classi popolari. Oltre ad altri assegni di beneficenza accordati dal Papa e pagati dal municipio, questo versava all’ospizio di Sant’Alessio 6580 scudi per cento ricoverati; e a Santa Maria degli angeli, per altri mille ricoverati d’ambo i sessi, scudi 54,000, nonchè altri 2000 ai sordomuti del convitto di Termini. Tutto sommato, il municipio era un istituto di beneficenza, che spendeva in questa il terzo di tutto il bilancio, che toccava i tre milioni e mezzo. Erano a carico di esso anche oneri strani, come a dire, 2000 e più scudi per oblazioni di calici e torcie a diverse chiese. Per le strade provinciali e comunali dell’Agro, se ne spendevano 36 mila; per le vie urbane erano segnati in bilancio 141,740 scudi, che per altro non si spendevano tutti, senza che alcuno reclamasse. E nel capitolo della conservazione delle mura e porte della città, la sola riparazione delle breccie e restauri della porta San Pancrazio importò 38,700 scudi, e fu veramente ingiusto che quella spesa fosse sostenuta dal municipio.