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e quindi le posteriori, sotto forma di palette che in seguito si dividono in dita. Quest’embrione è affatto distinto dal tuorlo, al quale non aderisce che per un piccolo peduncolo comunicante coll’intestino. Una grossa vena ed una minore arteria (vasi onfalo-mesenterici), rispettivamente diramate dai vasi del mesenterio formano una rete sanguigna alla superficie del tuorlo, e lo assorbono lentamente; ma sul finire della vita embrionale la rimanente porzione del tuorlo passa nell’intestino per esservi digerita. Il bianco o l’albume diminuisce a poco a poco, e pare contribuisca a rendere più liquido il tuorlo stesso.

Oltre al sacco vitellino ed a quello dell’amnios, se ne forma un terzo da un rigonfiamento all’estremità inferiore dell’intestino, e che piccolo da principio, sviluppasi rapidamente e va a portarsi alla superficie dell’uovo, particolarmente verso la camera d’aria.

Questo sacco membranoso, detto allantoide, è ricchissimo di vasi sanguigni. Due arterie dell’embrione provenienti dalle iliache (che sono i due rami in cui dividesi l’aorta ventrale) traducono nelle numerose loro diramazioni un sangue atro o venoso: i vasellini venosi per lo contrario, si riuniscono in una grossa vena detta ombellicale che si dirige al fegato, e traduce sangue arterioso. Da questa sola circostanza chiaro apparisce la funzione dell'allantoide, che è quella di servire alla respirazione dell’embrione; ed infatti se distendesi un intonaco di vernice sul guscio dell’uovo, ed anche alla sola sua parte più grossa, otturati così i pori che danno adito all’aria, ne conseguita la morte inevitabile dell’embrione stesso.

Dopo ventun giorni di incubazione il pulcino è formato completamente; rompe il guscio dell’uovo, ed esce alla luce del giorno.

Lo sviluppo de’ mammiferi ha luogo press’a poco secondo il medesimo piano generale. Se non che in que-