Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/173

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parte seconda. 109

ferì degli speroni, e si buttò per mezzo la riotta, la spada in pugno, sino al miluogo ov’era il fratello, e molto aspramente colpiva a dritta e a manca su quei Turchi, e più ove elli vedea più di pressa. E là addurò egli molti colpi, e gli coversero li Saracini tutta la gropponiera del suo cavallo di fuoco grechesco. Ed allora era ben a credere che bene avesse il suo Dio in sovvenenza e desiderio, perchè a la verità gli fu Nostro Signore a questo bisogno grande amico corale, e talmente aiutollo, che per la puntaglia ch’esso Re fece, ne fu riscosso il fratello, e ne furo insieme cacciati li Turchi fuori dell’oste e della battaglia di lui.

Appresso il Conte d’Angiò erano Capitani dell’altra battaglia prossimana, composta dei Baroni d’Oltremare, Messer Guido d’Ibelino, e Messer Baldovino suo fratello, i quali s’aggiugnevano alla battaglia di Messer Gualtieri di Castillione il produomo e valente, il quale aveva gran novero d’uomini altresì prodi e di grande cavalleria. E feciono talmente queste due battaglie insieme, che vigorosamente tennero contro li Turchi senza ch’e’ fussero alcunamente nè ributtate nè vinte. Ma ben poveramente prese a l’altra battaglia susseguente ch’avea il Friere Guglielmo Sonnac Maestro del Tempio a tutto quel poco di genti d’arme che gli era dimorato dal giorno di Martedì che era di Carnasciale, nel quale vi ebbero pe’ Tempieri sì grossi abbattimenti e sì duri assalti. Quel Maestro d’essi Tempieri, perciò ch’avea stremo d’uomini, fece fare davanti di sua battaglia una difesa degl’ingegni che