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Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/174

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110 la sesta crociata.

s’eran guadagnati sui Saracini; ma ciò non ostante non gli valse neente, perchè i Tempieri avendoli allacciati con tavolati di pino, i Saracini vi misono il fuoco Greco, e tutto incontinente e di leggieri vi prese il fuoco. Ed i Saracini, veggendo ch’egli avea poche genti, non attesero che lo incendio stutasse, nè ch’egli avesse tutto abbragiato, ma si buttarono per mezzo i Tempieri aspramente e li isconfissero in poco d’ora. E siate certani che dietro i Tempieri ci avea bene all’intorno una bifolcata di terra ch’era sì coverta di verrettoni, di dardi e d’altre arme da gitto, che non vi si vedea punto di terreno, tanto aveano tratto e lanciato li Saracini contro i maluriosi Tempieri. Il Maestro Capitano di quella battaglia avea perduto un occhio alla battaglia del Martedì, ed in questa qui ci perdette egli l’altro e più, perchè ne fu miseramente tagliato ed ucciso. Dio n’aggia l’anima.

De l’altra battaglia era Maestro e Capitano il produomo ed ardito Messer Guido Malvicino, il quale fu forte inaverato in suo corpo. E veggendo i Saracini la gran condotta ed arditezza ch’egli aveva e donava nella sua battaglia, gli tirarono essi il fuoco Greco senza fine; talmente che una fiata fu che a gran pena lo gli poterono estinguere le sue genti a ora e tempo: ma non ostante ciò tenne elli forte e fermo senz’essere potuto superare dai Saracini.

Dalla battaglia di Messer Guido Malvicino discendeva la lizza che veniva a chiudere la parte d’oste ove io era al lungo del fiume per bene la