Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/175

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parte seconda. 111

gittata d’una pietra leggera; e poi passava oltre per davanti l’oste di Monsignore il Conte Guillelmo di Fiandra, la quale oste mi era a costa a costa, e si stendea sino al fiume che discendeva in lunata per al mare. Perchè, veggendo i Saracini che la battaglia di Monsignore il Conte di Fiandra li prendeva per fianco, non osarono essi venir a ferire nella nostra. Donde io lodai Dio grandemente, perchè nè i miei Cavalieri ned io avevamo punto un arnese vestito per le ferite che avevam tocco nella battaglia del dì di Carnasciale, sicché non c’era possibile vestir di piastra.

Monsignor Guillelmo e sua battaglia fecero in quell’ora meraviglie: perchè agramente e vigorosamente corsero su a piè ed a cavallo contro li Turchi, e fecero di gran fatti d’arme. E quando io vidi ciò, comandai ai miei ballestrieri ch’e’ tirassono a fusone sopra li Turchi che erano a cavallo nella mislèa. Perchè tantosto come si sentiron feriti essi e i cavalli loro, cominciaro a fuggire, e ad abbandonare la pedonaglia. E quando il Conte di Fiandra e le sue genti videro ch’e’ Turchi fuggivano, passarono essi per tra la lizza e corsero su i Saracini ch’erano a piè, e ne uccisono gran quantità, e guadagnarono molte di loro targhe. E là intra gli altri si provò vigorosamente Messer Gualtieri de la Horgna, il quale portava la bandiera a Monsignore il Sire d’Aspromonte.

Appresso questa battaglia era quella di Monsignore il Conte di Poitieri fratello del Re, la quale era tutta di genti a piè, e non ci avea che ’l Conte