Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/205

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parte seconda. 141

udire e sapere tutta la maniera del trattato. Ed a ciò fare gl’inviammo Monsignor Giovanni di Valery, Monsignor Filippo di Monforte, Monsignor Baldovino d’Ebelino Siniscalco di Cipri, e Monsignor Guidone d’Ebelino suo fratello Connestabile di Cipri, che era l’uno dei belli e dei ben condizionati Cavalieri ch’unqua io conoscessi, e che molto amava le genti di quel paese. Li quali quattro Cavalieri di su nomati ci rapportarono tantosto la fazione e maniera della nostra diliveranza. Sappiate dunque che per assaggiare il Re, il Consiglio del Soldano gli fece tali o somiglianti dimande ch’egli ci avea fatte qui innanzi, ed in così che piacque a Nostro Signore, il buon Re San Luigi loro rispose altrettale o somigliante risposta a ciascuna delle due domande come noi avevamo fatto per la bocca del Conte Piero di Bertagna. Di che i Saracini, veggendo che ’l Re non voleva ottemperare alle inchieste loro, il minacciarono di metterlo in ceppi, o come l’uom dice in bernoccoli, che è il più greve tormento ch’essi possano fare a chicchessia. E sono due gran ceppi di legno che s’intertengono a l’un de’ capi, e quando essi vogliono mettervi dentro alcuno, sollevano un ceppo ed all’uomo sfratato in terra attraversano le gambe di grosse caviglie, poi su vi abbassano l’altro ceppo sospeso, e fannovi assedere un uomo sovra. Donde elli avviene ch’e’ non dimora a colui che vi ha le gambe insertate un mezzo piede d’osso che non ne sia rotto o schiacciato. E per peggio fargli, a capo di tre dì gli rimettono le gambe, che sono