Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/215

Da Wikisource.

parte seconda. 151


Quando gli Almiranti ebbero giurato, elli fecero scrivere e diedero al Re il saramento ch’e’ volevano che facesse, il quale fue tale per lo consiglio di alcun cristiano rinegato ch’essi avevano. Che nel caso che il Re non tenesse loro sue promesse e le convenzioni poste intra loro, ch’elli fusse separato dalla compagnia di Dio e della sua degna Madre, dei dodici Apostoli, e di tutti gli altri Santi e Sante del Paradiso. Ed a quel saramento si accordò il Re. L’altro era che nel caso che lo Re non tenesse le dette cose, ch’elli fusse riputato ispergiuro come il Cristiano che ha rinegato Dio, e suo battesimo e sua legge, e che in dispetto di Dio sputa sulla Croce, ed ischiacciala sotto i piedi. Quando il Re ebbe udito quel saramento, disse che già nol farebbe egli.

Or quando gli Almiranti seppero che il Re non aveva voluto giurare, nè fare suo saramento in così a punto come eliino il richerevano, inviarono essi di verso lui il detto Maestro Nicola d’ Acri, a dirgli ch’essi erano molto malcontenti di lui, e che avevano a gran dispetto lo aver giurato tutto ciò che ’l Re avea voluto, e che al presente egli non volea giurare ciò ch’essi gli richerevano. E il detto Maestro Nicola disse al Re ch’elli avesse ben per certano che s’elli non giurava a punto così come quelli volevano, ch’essi farebbono tagliar la testa a lui ed a tutte sue genti. A che il Re rispose che essi ne potevano fare a loro volontà, ma ch’elli amava troppo meglio morir buon cristiano che di vivere in corruccio di Dio, di sua Madre e de’ Santi suoi.