Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/217

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parte seconda. 153

sovra mia anima, poichè egli è cosi che voi avete il desiderio e la volontà di accompire le vostre promesse ed il giuramento. Or io non so bene se a la fine il giuramento fue fatto; ma checchè ne sia, gli Almiranti si tennero al postutto contenti de’ giuramenti che il Re e gli altri Signori che là erano fecer loro.


Capitolo XXXVI.

Come fummo fatti scendere a valle sino a Damiata, e come questa fue resa ai Saracini.


Ora dovete sapere che quando i Cavalieri della Halcqua ebbero ucciso il loro Soldano, gli Almiranti fecero sonare loro trombe e loro nacchere a gran forza davanti il paviglione del Re. E gli fue detto che gli Almiranti stessi aveano avuto gran voglia in loro consiglio di farlo Soldano di Babilonia. Su di che esso Re mi domandò un giorno s’io pensava punto ch’elli avrebbe accettato il Reame di Babilonia se glielo avessono offerto. Ed io gli risposi, che non sarebbe stato sì folle, visto ch’essi avevano così tradito ed ucciso il loro Signore. Ma non ostante ciò, il Re mi disse ch’elli non l’arebbe mica rifiutato. E sappiate ch’egli non tenne se non a che gli Almiranti dissero tra loro che il Re era il più fiero Cristiano ch’essi avessero giammai conosciuto: e dicevano ciò perchè, quando partiva del suo alloggiamento, segnava esso innanzi a sè il terreno del santo segno della Croce, e poi ne segnava altresì tutto suo corpo. E dicevano li Saracini che se il loro Macometto avesse loro altanto lasciato soffrire di