Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/246

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182 la sesta crociata.

gl’inviò per suoi messaggeri e per Frate Ivone il Bretone, che intendeva il saracinesco, gran quantità di vestimenta di scarlatto, coppe d’oro ed altro vasellame d’ariento. E quando Frate Ivo fu di verso il Prenze de’ Beduini, parlò con lui, e lo inchiese di sua legge. Ma, siccome rapportò al Re, trovò ch’elli non credeva punto in Macometto, e ch’e’ credeva nella legge d’Haly, ch’egli diceva essere stato avoncolo di Macometto. E contava che quello Haly mise Macometto nell’onore in che fu in questo mondo, e che quando Macometto ebbe bene conquiso la signoria e preminenza del popolo, elli si dispettò e s’allontanò da Haly suo avoncolo. Perchè, quando Haly vide la fellonìa di Macometto, e ch’e’ cominciava forte a soppiantarlo, tirò a sè del popolo quanto ne potè avere, e lo menò abitare a parte ne’ deserti delle montagne d’Egitto, e là cominciò loro a fare e a donare un’altra legge che quella di Macometto non era; sicché quelli là, i quali di presente tengono la legge d’Haly, dicono tra loro che quelli i quali tengono la legge di Macometto sono miscredenti; e simigliantemente al contrario dicono li Maomettani che li Beduini sono miscredenti, e ciascun d’essi dice il vero, perchè l’uno inverso l’altro miscrede.

L’uno de’ punti e comandamenti della legge d’Haly si è tale: che quando alcun uomo si fa uccidere per accompire la volontà del suo Signore, l’anima di lui, che così è morto, va in un altro corpo più agiato, più bello e più forte ch’elli non era il primiero, e perciò non tengono conto li Beduini