Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/247

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parte seconda. 183

della Montagna del farsi uccidere per far lo volere del lor Signore, credendo al fermo che la lor anima si torni in altro corpo là ove è più a suo agio che davanti. L’altro comandamento di sua legge si è che null’uomo non può morire che sino al giorno che gli è determinato, ed in così il credono li Beduini ch’essi non si vogliono armare quando vanno in guerra, e, se il facessono, penserebbero fare contro il suddetto comandamento; perchè, ove maledicano a’ lor figliuoli, dicon loro: maledetto sia tu come l’uomo che s’arma per paura di morte. La qual cosa essi tengono a grande onta; ed è grande errore, perchè sembrerebbe che Iddio non avesse podere di allungarci od abbreviarci la vita, e ch’e’ non fusse onnipossente, ciò che è falso, perchè la tutta possanza è in Lui solo.

E sappiate che quando Frate Ivo il Bretone fu inverso il Veglio della Montagna, là ove il Re l’aveva inviato, trovò egli al capezzale del letto di quel Principe un libretto, nel quale ci aveano per iscritto molte belle parole che nostro Signore altra fiata aveva dette a Monsignore San Pietro, durante ch’elli era in terra ed innanzi la sua passione. E quando Frate Ivo le ebbe lette, egli disse: Olà, Sire, molto fareste bene se voi leggeste sovente questo picciolo libro, perchè egli ci ha di assai buone scritture. E il Vecchio della Montagna gli rispose: che sì faceva egli, e che avea molto gran fidanza in Monsignore San Pietro. E diceva che al cominciamento del mondo l’anima di Abele, allorché suo fratello Caino l’ebbe morto, entrò nel corpo di Noè, e che l’anima