Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/290

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226 la sesta crociata.

avremmo potuto discendere per ove eravamo montati, egli ci donò un buon consiglio: perchè ci fece discendere per un versante ch’era in quella montagna, come se noi avessimo voluto andare a Damasco: e diceva che i Saracini si ritrarrebbono al Castello pensando che noi li volessimo andare a sorprendere per didietro. E poi quando noi fummo discesi sino alla pianura, ci fece mettere il fuoco in tutte le biche del tormento ch’era ne’campi, e così ritraendoci dietro quella parata di fumo tanto femmo che venimmo a salvezza pel buon consiglio di Messer Oliviero, e la dimane ci rendemmo a Saetta la ov’era il Re. E trovammo che il buon sant’uomo avea fatto interrare li corpi de’ cristiani ch’erano stati uccisi, ed egli stesso aiutava a portarli in terra. E sappiate che ce n’avea alcuni, i quali erano isfatti e putenti tanto che coloro che li portavano se ne istoppavan le nari, ma il buon Re nol faceva mica. E quando noi fummo arrivati di verso lui, egli ci avea di già fatto fare le trabacche nostre e gli alloggiamenti.


Capitolo LVII.

Del pellegrinaggio a Nostra Donna di Tortosa, e come avvenne che la Reina s’agginocchiasse davanti i miei camelotti.


Durante queste cose, un giorno essendo io davanti l’ Re gli domandai congedo d’andare in pellegrinaggio a Nostra Donna di Tortosa, ch’era allora molto in nomea, e ci aveva gran quantità di pellegrini per ciascun giorno, conciossiachè si diceva ch’egli fosse il primiero altare ch’unqua si