Pagina:De Joinville, Galvani - La sesta crociata - 1872.djvu/39

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lezione preliminare. xxxix

uscite della parola medesima, e però vedervi nelle variate desinenze un ricordo tuttavia di quelle fogge latine, che rendevano, singolarmente nella terza declinazione imparissillaba, tanto diverso il caso retto dagli obliqui. Seguitando le quali ecco che noi riscontreremo nella lingua d’oil come, in ispezialtà pei nomi che nei regimi avevano or a desinenza caratteristica, il nominativo (non più solamente per dare indizio dell’antica contrazione, ma per opportuno scompagnamento) usciva invece in eros od ers, e perciò vi si diceva nel soggetto li emperers, o li empereres, e negli altri casi de l’empereor, a l’empereor ecc. Onde poi avremo ragione di quell’antica uscita di questa voce che noi troviamo ne’ vecchi testi di nostra lingua, cioè imperiero, la quale poteva ben prendersi dalle lingue di Francia o dalla comune di transizione, ma non doveva poi trasportarsi da forma puramente nominativa, a forma invece capace di tutti i casi.

E da una tale avvertenza vedremo ancora come prendano lume di origine tante nostre parole terminate in iero o iere, le quali partitesi da nominativi oytani, o stettero sempre contente a quella forma, oppure da quella medesima deducendosi, si debbono ancora con essa interpretare: talché cavalliere è desinenza nominativa di quella lingua per differenza dai casi obliqui dimenticati che avrebbon fatto cavallatore; consigliere nominativo di quei regimi che avrebbon dato consigliatore, lusinghiere similmente di lusingatore; parliere di parlatore, e così va dicendo. Messere infatti non