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cosa mia; avendolo io tratto da varii autori, e principalmente dal Sapeto.

Io non ho altro merito, se pure mi si vorrà concederlo, che quello di avere studiato bene e pazientemente, per quanto ho saputo ed ho potuto, la quistione; e di avere riunite insieme ed ordinate cose che, negli autori, si trovano sparse in varii capitoli, ed in quello artistico disordine richiesto dal diario, e che è sua dote peculiare. Io insomma non ho fatto altro che un lavoro di musaico, non mettendo di mio altro che il cemento; e se, nel riunire e connettere insieme i varî pezzetti, non ho citato sempre la fonte donde mi son pervenuti, l’ho fatto a bella posta, perchè altrimenti avrei dovuto nominare l’autore ad ogni piè sospinto; certamente con noia e fastidio grandissimo del lettore.

12. Più volte nella prima parte, ed anche nel secondo capitolo di questa terza parte, ho detto che noi saremo accolti dagli indigeni a braccia aperte; poichè eglino, ci hanno in conto di fratelli per la religione, e qualche tribù, vantandosi di origine europea, si reputa a noi congiunta pei vincoli più stretti del sangue. Ed oltre a ciò è da tener presente ancora la buona fama che noi, come italiani, godiamo presso di loro, per opera principalmente dei nostri venerandi missionarii.

Benchè nella prima parte mi sia intrattenuto a lungo intorno alla costituzione poli-